Il testo attuale del Decreto Legge in esame presso la Commissione Ambiente della Camera non è né l’uno né l’altro.
Ha indubbiamente degli aspetti positivi e meritevoli di apprezzamento: la semplificazione delle procedure di regolarizzazione delle piccole violazioni urbanistiche, ma impone dei costi elevati per i piccoli proprietari che debbono regolarizzare modeste difformità urbanistiche.
Occorre vedere cosa succede in sede di conversione.
Per le leggi succede quello che avviene nei conclavi, chi entra papa esce cardinale.
Non avrà effetti significativi sul mercato immobiliare, è populistico pensare che approvato il condono o cambiamento delle norme urbanistiche il giorno dopo si immettono sul mercato milioni di immobili a prezzi ridotti.
Non è un “Piano Casa “ perché manca di programmazione della prospettiva di rigenerazione urbana delle città, del recupero delle aree dismesse, della tutela idrogeologica e dei mutamenti demografici. E soprattutto di un piano finanziario.
Il Piano fanfani anni cinquanta fu l’unico piano casa serio: 2,5 milioni di vani costruiti in meno di 10 anni a prezzi accessibili ai ceti medi.
Un aspetto non esaminato inoltre è che in parecchi casi, lo abbiamo visto con il Superbonus, la sanatoria riguarda anche parti condominiali su cui occorre intervenire sia per pagare eventuali sanzioni che con opere di manutenzione straordinaria.
Si sono dimenticati dell’art, 1135 e della obbligatorietà del fondo per le spese straordinarie la cui mancata costituzione rende nulla qualsiasi deliberazione. In condominio vivono 45 milioni di abitanti.
Nell’articolo pubblicato su Norme & Tributi del Sole 24 Ore si affronta questo tema e si suggerisce un emendamento di poche righe:
Basterebbe ritornare al vecchio testo dell’art.1135 c.c. modificato, con un intervento infelice e demagogico dalla legge 220/12. La proposta di modifica dell’attuale norma potrebbe così essere formulata: l’assemblea provvede <>
Piano casa e condominio
Il condominio è spesso sottovaluto dal legislatore italiano che legifera senza tenere conto che tale istituto ha delle norme speciali, molte delle quali inderogabili.
Se non si tiene conto che nel condominio vivono 45 milioni di persone si rischia, cosa avvenuta già per il super bonus, con i bonus ordinari e, a breve, con l’applicazione della direttiva europea “Case Green”, di ripetere errori e sprecare risorse indirizzandole a vantaggio della grande proprietà immobiliare, delle case singole e dei ceti con redditi più alti. Una riforma urge anche perché giacciono in parlamento alcuni disegni di legge sulla rigenerazione urbana: il primo depositato dal senatore Maurizio Gasparri, il DL n. 761 del 15/06/.
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